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Il Cineocchio 2013



Ed eccoci qui come ogni anno con la nuova stagione del Circolo del cinema Il Cineocchio. 
Come sempre, le proiezioni saranno il mercoledì e il giovedì di ogni settimana, in Sala Ordet (Piazza Cristo Re 1, Alba), alle 20.45Tessera: 20 €.

CIRCOLO DEL CINEMA IL CINEOCCHIO 2013  

13-14 febbraio
Reality di Matteo Garrone (Italia-Francia 2012)

20-21 febbraio
Io & te di Bernardo Bertolucci (Italia 2012)

27-28 febbraio
Amour di Michael Haneke (Francia-Germania-Austria 2012)

6-7 marzo
Bella addormentata di Marco Bellocchio (Italia 2012)

13-14 marzo
Moonrise Kingdom - Una fuga d’amore di Wes Anderson (Usa 2012)

20-21 marzo
L’intervallo di di Leonardo Di Costanzo (Italia-Svizzera-Germania 2012)

27-28 marzo
Ruby Sparks di Jonathan Dayton, Valerie Faris (Usa 2012)

3-4 aprile
La bicicletta verde di Haifaa Al Mansour (Arabia Saudita-Germania 2012)

10-11 marzo
Tutti i santi giorni di di Paolo Virzì (Italia 2012)

17-18 aprile
Oltre le colline di Cristian Mungiu (Romania-Francia-Belgio 2012)

24-25 aprile
La sposa promessa - Fill the Void di Rama Burshtein (Israele 2012)

1-2 maggio
Alì dagli occhi azzurri di Claudio Giovannesi (Italia 2012)

Le tessere saranno in vendita presso:
Libreria La Torre, Piazza Elvio Pertinace 8/D, Alba
Libreria San Paolo, via Vittorio Emanuele 30/A, Alba
Videoteca Casablanca, via S. Teobaldo 5/A, Alba
Sala Ordet, Piazza Cristo Re 1, Alba (prima della proiezione)

Per scoprire le trame dei film presentati, clicca qui sotto


13-14 febbraio
Reality (Ita-Fra 2012, 115’)
di Matteo Garrone
Gestore di un pescheria, sposato e con due figli, il napoletano Luciano per arrotondare mette in atto piccole truffe con la moglie Maria e coltiva un sogno: partecipare al Grande fratello. Il suo desiderio sembra avverarsi quando viene chiamato a Roma per un provino, ma di fronte al silenzio degli organizzatori Luciano sviluppa un’ossessione che sfocia presto in follia. Ispirandosi alla commedia all’italiana, al cinema di Fellini, Pasolini e Ferreri, al Visconti di Bellissima e allo Scola di Brutti, sporchi e cattivi, Garrone rifonda l’idea di cinema popolare raccontando il degrado culturale dell’Italia. Un film dolente e ironico, ma in realtà altrettanto politico quanto il precedente Gomorra. Grand Prix della giuria al Festival di Cannes.

20-21 febbraio
Io e te (Italia 2012, 97’)
di Bernardo Bertolucci
Soffocato da una madre apprensiva, l’adolescente Lorenzo, solitario e problematico, finge di partire per la settimana bianca con i compagni di scuola e si rinchiude nella cantina del suo palazzo, lasciando fuori il mondo e le sue regole. Il piano è perfetto, ma a mandarlo all’aria è l’arrivo della sorellastra Olivia, una venticinquenne estroversa che sconvolge il microcosmo di Lorenzo. A partire dall’omonimo romanzo di Ammanniti Bertolucci torna al cinema raccontando un’altra storia di reclusione e sognatori, come nei precedenti L’assedio e The Dreamers: i suoi personaggi sono ancora più sperduti e soli, ma la forza di un legame inatteso e autentico dà voce nuova anche cinema del regista emiliano, come sempre alla ricerca di freschezza e vitalità.

27 febbraio
Amour di Michael Haneke
(id., Fra-Ger-Aus 2012, 127’)
Georges e Anne sono due anziani e benestanti insegnanti di Parigi. Quando un ictus colpisce Anne e mina la sua salute fisica e mentale, Georges è costretto a ridefinire i rapporti di forza all’interno della coppia e il legame con la figlia musicista. Fino a una scelta estrema e insostenibile. Haneke, già vincitore della Palma d’oro a Cannes con Il nastro bianco, vince per la seconda volta in pochi anni il festival più importante con il film che non ti aspetti, un’elegia sull’amore e la vecchiaia algida eppure commovente. Spoglio, anti-drammantico, e proprio per questo intenso ed emozionante, Amour è un film pressoché perfetto sulla realtà del corpo, del sentimento e della morte. Merito anche dei due interpreti principali, gli straordinari Jean-Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva.

6-7 marzo
Bella addormentata
(Ita-Fra 2012, 110’) di Marco Bellocchio
Sullo sfondo della vicenda di Eluana Englaro – morta per interruzione dei supporti vitali il 9 febbraio 2009, dopo quasi diciassette anni di coma vegetativo – si snodano alcune storie intrecciate: un parlamentare di centro-destra in crisi esistenziale, sua figlia Maria che si batte per la vita di Eluana, un ragazzo schierato a favore del fine-vita, un’ex attrice che accudisce una figlia anche lei in coma da anni, un medico che fa di tutto per salvare una tossica con manie suicide. Lucido, ironico e imprevedibile come sempre, Bellocchio racconta l’Italia e le sue derive morali in uno dei momenti più drammatici e assurdi della storia repubblicana. Ne nasce un film acerbo, dalla rabbia trattenuta e con un inatteso anelito di speranza.

13-14 marzo
Moonrise Kingdom - Una fuga d’amore
(Moonrise Kingdom, Usa 2012, 94’)
di Wes Anderson
In un’immaginaria isola del New England, a metà anni ’60, due ragazzini mettono in atto una fuga d’amore, inseguiti da un gruppo di boy scout, da una serie di adulti in crisi e da un grande tempesta in arrivo. Wes Anderson, inconfondibile creatore di mondi ideali, popolati da personaggi gentili e depressi, segnati da particolari sempre uguali, come le inquadrature fisse, i riferimenti letterari e l’ironia da fumetto, gira il suo film più libero e sentimentale, un omaggio alla nouvelle vague che racconta con gentilezza l’amore puro di due anime innocenti. Figurativamente perfetto, ricercato, ricco di citazioni (dal muto a Bergman, alla musica sinfonica), ma anche selvaggio, pieno di freschezza e voglia di fare cinema.

20-21 marzo
L’intervallo
(Ita-Svi-Ger 2012, 90’)
di Leonardo Di Costanzo
Salvatore e Veronica si ritrovano rinchiusi in un edificio abbandonato di Napoli: lei ha fatto uno sgarbo alla camorra e lui è costretto suo malgrado a farle da carceriere. Inizialmente distanti, con il passare delle ore si avvicinano e si confidano i reciproci sogni di adolescenti. Esordio nella finzione del documentarista Di Costanzo, presentato a Venezia, L’intervallo è un dramma intenso e minimale su due esistenze colte in un luogo e in un tempo di sospensione: vittime del sistema mafioso, Salvatore e Veronica sono i protagonisti di un favola che nasce dal degrado della società, trova improvvisi spazi di libertà e torna infine sulla Terra per scontrarsi con la durezza del quotidiano. Cinema indipendente, sincero, capace di far sognare.

27-28 marzo
Ruby Sparks
(id., Usa 2012, 104’)
di Jonathan Dayton, Valerie Faris
Ex enfant prodige della letteratura, il giovane e talentuoso Calvin è afflitto dal blocco dello scrittore. E nemmeno la sua vita sentimentale passa un grande momento. Quasi per caso crea un personaggio femminile, Ruby Sparks, che pian piano lo fa sentire di nuovo sicuro di se stesso. Finché, un giorno, Ruby appare nel suo soggiorno… Dagli autori del celebre Little Miss Sunshine, interpretata da uno scatenato Paul Dano e dall’imprevedibile Zoe Kazan (nipote del grande regista Elia), una commedia acutissima sui rapporti tra i sessi, sul potere della creazione e sulla libertà nelle relazioni. Come nella miglior tradizione del cinema americano, un film di grande serietà, sotto un’esaltante patina di divertimento e leggerezza.

3-4 aprile
La bicicletta verde
(Wadjda, Ara-Ger 2012, 97’)
di Haifaa Al Mansour
Riyadh, Arabia Saudita. Wadjda, bambina ribelle di dieci anni, ha un grande sogno: comprare la bicicletta verde che ha visto nella vetrina di un negozio di giocattoli. Ma alle ragazze è proibito andare in bicicletta e Wadjda deve perciò escogitare un piano per trovare il denaro necessario a comprarla. L’occasione le viene servita quando viene indetto un concorso in cui i concorrenti devono recitare alcuni capitoli del Corano… Il primo film dell’Arabia Saudita diretto da una donna è un evidente omaggio a Ladri di biciclette e al neorealismo: come in quel caso le due ruote assumono un valore simbolico per raccontare un mondo in costante evoluzione, attraverso la vicenda privata di una bambina cocciuta e a suo modo resistente.

10-11 aprile
Tutti i santi giorni
(Italia 2012, 102’)
di Paolo Virzì
Guido e Antonia hanno trent’anni, vivono alla periferia di Roma, lavorano, si amano, si divertono un mondo e hanno deciso di avere un figlio. Lui fa i turni di notte, di tempo per vedersi ce n’è poco, ma Guido e Antonio non si abbattono. Peccato che il figlio non arrivi e che la frustrazione metta in crisi il rapporto. Virzì abbandona per una volta le velleità sociologiche della sua commedia e racconta la normalissima storia d’amore di due personaggi veri e per questo irresistibili, due innamorati alla Neil Simon, buffi e impauriti dalla vita, strenuamente legati alla loro idea di felicità. E gira così il suo film meno ambizioso e autentico, innamorato com’è dei suoi eroi e dei suoi due bravissimi interpreti, Luca Marinelli e la cantautrice Tony.

17-18 aprile
Oltre le colline
(Dupa dealuri, Rom-Fra-Bel 2011, 155’)
di Cristian Mungiu
Dopo anni di lontananza, le due amiche Voichita e Alina si incontrano di nuovo. La diversità delle esperienze vissute le ha molto cambiate, ma nonostante ciò una delle due, Alina, sola e disperatamente innamorata dell’amica, cerca di portarla via dal monastero in cui si è rinchiusa. Ma la forza dell’amore di un tempo non può niente contro la fede religiosa e il matrimonio con Dio a cui Voichita ha deciso di votarsi. Il rumeno Mungiu, Palma d’oro a Cannes nel 2007 con lo scioccante 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, spinge oltre la sua idea di cinema morale e spirituale, raccontando una storia di scelte individuali e sentimenti sopiti che, ispirata a un fatto realmente avvenuto, si trasforma in modo sconvolgente in una sorta di film dell’orrore.

24-25 aprile
La sposa promessa - Fill the Void
(Lemale et ha’chalal, Israele 2012, 90’)
di Rama Burshtein
Tel Aviv. Shira, appartenente a una famiglia di ebrei osservanti, è promessa in sposa a un brillante studente di una scuola religiosa. Per quanto decisa dagli uomini e dalle donne della rigida comunità, la relazione tra i due sembra avviarsi verso una felice conclusione, finché un’improvvisa tragedia nella famiglia di Shira non complica la situazione. Con uno sguardo in equilibrio tra la critica sociale, l’affetto e l’ironia caustica, la regista israeliana Rama Burshtein osserva il mondo degli ebrei chassidici e vi imbastisce al suo interno una storia di resistenza individuale e volontà femminile. E mescolando lacrime e sorriso trova la via di un cinema popolare e gentile, capace di raccontare porzioni di mondo ancora inesplorate.

1-2 maggio
Alì dagli occhi azzurri
(Italia 2012, 94’)
di Claudio Giovannesi
Ostia, inverno. Nadar è un adolescente di origine egiziana nato in Italia. Fidanzato con una coetanea, scappa di casa perché redarguito dai genitori musulmani e si mette a bazzicare la città con l’inseparabile amico Stefano. Insieme i due saltano la scuola, compiono piccoli furti, dormono all’addiaccio e arrivano addirittura ad accoltellarle un rumeno, rischiando di cadere nella vendetta di un banda di criminali. Ispirandosi fin dal titolo a Pasolini, l’ex documentarista Giovannesi gira un film di grande potenza visiva e narrativa, un racconto spietato della giovinezza che ha in Nader un protagonista unico, simbolo delle contraddizioni di cui sono vittime i figli degli immigrati, sospesi tra ribellione, richiamo delle radici e disagio sociale.

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