Ed eccoci qui come ogni anno con la nuova stagione del Circolo del cinema Il Nucleo. Come sempre le proiezioni saranno in Sala Ordet (Piazza Cristo Re 1, Alba), quest'anno nuovo proiettore digitale, alle 20.45.
Costo della tessera: 30 € *
2 ottobre
To Be or Not to Be - Vogliamo vivere di Ernst Lubitsch (Usa 1942)
9 ottobre
Il caso Kerenes di Calin Peter Netzer (Romania 2013)
16 ottobre
Lincoln di Steven Spielberg (Usa 2012)
23 ottobre
La grande bellezza di Paolo Sorrentino (Italia 2013)
30 ottobre
Qualcosa nell’aria di Olivier Assayas (Francia 2012)
6 novembre
No, i giorni dell’arcobaleno di Pablo Larraín (Cile 2012)
13 novembre
Re delle terra selvaggia di Benh Zeitlin (Usa 2012)
20 novembre
La città ideale di Luigi Lo Cascio (Italia 2013)
27 novembre
Zero Dark Thirty di Katherine Bigelow (Usa 2012)
4 dicembre
L’ultimo pastore di Marco Bonfanti (Italia 2012)
11 dicembre
La scelta di Barbara di Christian Petzold (Germania 2012)
18 dicembre
Quando meno te lo aspetti di Agnès Jaoui (Francia 2013)
8 gennaio
To the Wonder di Terrence Malick (Usa 2012)
15 gennaio
Royal Affair di Nikolaj Arcel (Dan-Sve-Rep Ceca, 2012)
22 gennaio
Salvo di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza (Italia 2013)
29 gennaio
Stoker di Park Chan-wook (Usa-Gb 2013)
5 febbraio
Foxfire - Ragazze cattive di Laurent Cantet (Francia 2012)
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* Tessere in vendita presso:
Libreria La Torre: Via Vittorio Emanuele 19 (galleria della Maddalena), Alba
Libreria San Paolo: via Vittorio Emanuele 30/A, Alba
Videoteca Casablanca: via S. Teobaldo 5/A, Alba
Sala Ordet: Piazza Cristo Re 1, Alba (prima delle proiezioni delle settimane iniziali)
Proiezioni il mercoledì e il giovedì di ogni settimana.
Per conoscere il contenuto dei film clicca sulla scritta qui sotto.
2
ottobre
To Be or Not to Be - Vogliamo vivere
(To Be or Not to Be, Usa 1942, 99’)
di Ernst Lubitsch
Il film dell’anno è… un
film del 1942. Il capolavoro di Ernst Lubitsch Vogliamo vivere è tornato in una versione restaurata e ha riscosso
un grande successo. La commedia, una delle vette della Hollywood classica, racconta
le vicende tragicomiche di una compagnia teatrale di Varsavia durante
l’occupazione nazista della Polonia: coinvolti nella resistenza, i teatranti –
tra cui la vedette Carolle Lombard e il marito Jack Benny – mettono in scena
una farsa per ingannare la Gestapo. Tedesco emigrato a Hollywood, Lubtisch era
un oppositore di Hitler e nel pieno della guerra ideò con il suo inconfondibile
«tocco» quella che, insieme a Il grande
dittatore di Chaplin, è la più divertente presa per i fondelli del nazismo.
Da rivedere e riscoprire.
9
ottobre
Il caso Kerenes
(Pozitia copilului, Romania 2013,
112’)
di
Calin Peter Netzer
Cornelia,
architetto sessantenne e benestante, vede il proprio mondo crollare la sera in
cui il figlio trentenne Barbu investe e uccide con il Suv un ragazzino di
origine rom. Madre apprensiva e possessiva, la donna farà di tutto per tirare
fuori dai guai il figlio «bamboccione» e viziato, senza accorgersi però di
allontanarlo sempre più dalle sue braccia. Impietoso ritratto della borghesia
rumena, il film è anche un ritratto folgorante dei rapporti di potere nei
legami personali e sociali, con al centro un personaggio femminile
indimenticabile, colma di affetto ma vittima della sua arroganza. Il vincitore
dell’Orso d’oro all’ultimo festival di Berlino conferma il cinema rumeno come
una delle realtà più vive e complesse del panorama europeo.
16
ottobre
Lincoln
(id., Usa 2012, 150’)
di
Steven Spielberg
1865.
Mentre è ancora in corso la Guerra civile tra Nord e Sud, il sedicesimo
presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln porta avanti la sua battaglia per
l’abolizione della schiavitù. Le infinite discussioni sul tredicesimo
emendamento della costituzione americana si susseguono negli interni della Casa
Bianca e del Senato e l’opposizione tra repubblicani e democratici ravviva il
dibattito di allora sulla libertà e la solidarietà con il riflesso dei
conflitti dell’America di Obama. Grazie soprattutto a un Daniel Day Lewis
strepitoso, giustamente premiato con l’Oscar, Spielberg realizza il suo film
più politico e complesso, grande lezione di stile e lucidità intellettuale.
Ottimo il cast di contorno, con Sally Field e soprattutto Tommy Lee Jones.
23
ottobre
La grande bellezza
(Italia
2013, 142’)
di Paolo Sorrentino
Gep Gambardella ha
settant’anni, è ricco, vive in un attico nel centro di Roma e dopo aver scritto
un solo romanzo è diventato giornalista di costume. Si sente un fallito, ma da
anni è il cantore indiscusso del Belmondo della capitale, osservatore e al
tempo stesso protagonista di un mondo vacuo e annoiato, fatto di feste volgari,
vip nullafacenti, intellettuali vacui, artisti falliti, arcivescovi snob, ricconi
depressi, freak divertenti e altri inquietanti. Sorrentino guarda alla Dolce vita di Fellini e gira il suo film
più controverso e onesto, come sempre illuminato da uno stile virtuosistico e
magniloquente. Grande cast, guidato da Toni Servillo e impreziosito da Carlo
Verdone, Sabrina Ferilli, Galatea Ranzi, Pamela Villoresi, Massimo Popolizio.
30
ottobre
Qualcosa nell’aria
(Après mai, Francia 2012, 122’)
di
Olivier Assayas
Parigi,
inizio anni ’70. Studente del liceo, Giles viene coinvolto nei tumulti politici
e nei fermenti culturali della stagione: tra discussioni teoriche e azioni
pratiche e violente, sogni cinefili e amori che se ne vanno e altri che
arrivano; tra letture «eretiche» e viaggi in Italia, compagni che sbagliano e
altri che mollano, Gilles comprenderà la sua natura artistica e si dedicherà
prima alla pittura e poi all’apprendistato nel mondo del cinema. Il regista
francese Olivier Assaya fa i conti con il suo passato nella sinistra
extraparlamentare e gira un film che guarda senza rabbia o nostalgia, e con la
giusta distanza, agli anni ancora oggi cruciali della contestazione, della
sbornia marxista e leninista, del privato è politico.
6
novembre
No, i giorni dell’arcobaleno
(No, Cile 2012, 110’)
di Pablo Larraín
Dopo Tony Manero e Post mortem,
dedicati agli anni di Pinochet, il regista cileno Larraín chiude la trilogia
sulla storia del suo Paese raccontando la fine della dittatura: il film
racconta infatti la vittoria del fronte del No al referendum che lo stesso
Pinochet indisse nel 1988. Recuperando le videocamere dell’epoca, fondendo veri
spot con immagini ricostruite, Larraín si concentra sulla strategia
comunicativa che portò alla vittoria dei progressisti, fondata sulla creazione
di un’immagina positiva e ottimista nonostante i quindici anni di dittatura. Il
risultato è un film che manda in cortocircuito la Storia e, in luce della
moderna evoluzione della politica in spettacolo, trasforma la pubblicità in
strumento di interpretazione del mondo.
13
novembre
Re delle terra selvaggia
(Beasts of Southern Wild, Usa 2012, 92’)
di
Benh Zeitlin
Hushpuppy
è una bambina di sei anni che vive nella Bathtub, la «tinozza», una zona
paludosa nel selvaggio sud degli Stati Uniti. Educata dal padre come se fosse
un ragazzino, costretta a cavarsela quasi sempre da sola, la piccola Hushpuppy
affronterà la malattia del genitore, un misterioso innalzamento delle
temperature, l’innalzamento delle acque e un’invasione di giganteschi animali
preistorici, prima di poter dire di essere veramente cresciuta. Il trionfatore
del Sundance e del Certain regard di Cannes 2012 è un’opera prima di pura
meraviglia, un inno al realismo magico che il giovane Benh Zeitlin gestisce con
talento da vendere e sfruttando al meglio la bravura di un’attrice bambina,
Quvenzhané Wallis, giustamente candidata all’Oscar.
20
novembre
La città ideale
(Italia
2013, 105’)
di
Luigi Lo Cascio
Michele
Grassadonia è un architetto ecologista di Palermo che ha lasciato la sua città
e si è trasferito a Siena per vivere secondo un nuovo stile di decrescita,
senza acqua corrente ed energia elettrica. Una notte, però, Michele rimane suo
malgrado coinvolto in una serie di eventi che lo proietteranno in incubo
kafkiano di giudici dalla logica ferrea e avvocati spietati. Per il suo esordio
alla regia l’attore Luigi Lo Cascio sceglie con coraggio una storia surreale
che riflette su temi complessi, come il rapporto fra ordine e disordine,
perseguimento degli ideali e inevitabile senso della realtà. Ad aiutarlo, in
una prova convincente e dalle atmosfere inquietanti, grandi e fidati attori di
teatro come Alfonso Santagata e Luigi Maria Burruano.
27
novembre
Zero Dark Thirty
(id., Usa 2012, 157’)
di
Katherine Bigelow
Ispirata
a racconti di testimoni e documenti autentici, la storia della lunga caccia della
CIA a Osama Bim Laden, dall’11 settembre 2001 fino all’operazione militare in
Pakistan che il 2 maggio 2011 ha portato alla sua uccisione. Attraverso gli
occhi di Maya, agente donna specializzata nella cattura di terroristi (una
splendida Jessica Chastain), Katherine Bigelow racconta un decennio di politica
americana mettendo in luce tutti gli aspetti ambigui e incerti (le torture, le
uccisioni sommarie, gli errori) delle amministrazioni Bush e Obama. E dopo gli
Oscar per Hurt Locker (2009),
dedicato alla guerra in Iraq, conferma di essere una delle voci più potenti e –
viste le polemiche suscitate dal film – scomode del cinema hollywoodiano
contemporaneo.
4
dicembre
L’ultimo pastore
(Italia
2012, 76’)
di
Marco Bonfanti
Renato
Zucchelli è un personaggio unico: proveniente da una famiglia normale, ha
scelto la via della pastorizia ed è diventato l’ultimo pastore di Milano.
Diviso tra gli alpeggi e le strade della metropoli, Renato dimostra come la
presunta «normalità» sia figlia di uno stravolgimento delle nostre radici e dei
nostri bisogni e realizza il sogno di portare un gregge di pecore in piazza del
Duomo, appropriandosi così di uno spazio ormai disumanizzato. Documentario
poetico su un pastore metropolitano, il film racconta le gesta di un Don Chisciotte
dei nostri giorni fra i palazzi, le macchine e le incomprensioni del progresso.
Una fiaba contemporanea, a metà tra il cartoon e il musical, che offre uno
sguardo leggero sui limiti della società industrializzata.
11
dicembre
La scelta di Barbara
(Barbara, Germania 2012, 105’)
di
Christian Petzold
Germania
dell’est, 1980. Barbara è una dottoressa trasferita per motivi disciplinari
nell’ospedale di una piccola città di provincia. In attesa di fuggire all’ovest
grazie al compagno Jörg, impegnato in continui traffici con l’estero, la donna
svolge con cautela le sue mansioni quotidiane, sorvegliata dalla Stasi,
impegnata a gestire il rapporto con un collega che la corteggia e decisa ad
aiutare una ragazza incinta fuggita da un campo di rieducazione. Splendido
esempio di cinema classico dei giorni nostri, La scelta di Barbara è un melodramma misurato e commovente, una
storia di resistenza individuale alla violenza del Potere che trova
nell’attrice tedesca Nina Hoss un’interprete autentica e sofferta. Orso d’argento
al Festival di Berlino 2012.
18
dicembre
Quando meno te lo aspetti
(Au bout du conte, Francia 2013, 112’)
di
Agnès Jaoui
Una
serie di personaggi incrocia i rispettivi destini a Parigi: la giovane Laura
incontra nel giro di pochi giorni l’uomo dei suoi sogni, prima con le fattezze
del musicista Sandro, poi con quelle dell’amico Maxime; Pierre, papà di Sandro,
rivede una vecchia amica che gli ha predetto la data di morte ed entra in crisi
con la compagna Eleonor;, mentre lo stesso Maxime, e in più Eleonore, Marianne,
Jaqueline hanno le loro belle gatte da pelare… Dopo Il gusto degli altri e Così
fan tutti, la coppia francese della commedia, l’attrice e regista Agnès
Jaoui e l’attore e sceneggiatore Jean-Pierre Bacri, creano la loro nuova
girandola di amori e sentimenti con lo humour e la raffinatezza che li
contraddistinguono. Uno dei successi a sorpresa della stagione.
8
gennaio
To the Wonder
(id., Terrence Malick, Usa 2012, 112’)
L’amore
tra l’americano Neil e l’ucraina Marina, sbocciato a Mont St. Michel, viene
messo alla prova dal trasferimento della coppia in Oklahoma, nella profonda
provincia americana. La vita scorre tranquilla per alcuni mesi, ma presto
l’uomo e la donna scoprono di non essere appagati dalla relazione e si
separano. Reduce dal complesso The Tree
of Life, Malick gira a sorpresa un nuovo film – lui che ne aveva realizzati
quattro in 40 anni – e prosegue la sua ricerca visiva e poetica sul senso della
vita e il legame fra uomo e natura. Attorniato come sempre da star – Ben Affleck,
Olga Kurylenko, Rachel McAdams, Javier Bardem – Malick tenta la via di un
cinema sperimentale e religioso, sempre affascinante, talvolta a rischio di
maniera.
15
gennaio
Royal Affair
(En Kœngelig affære, Dan-Sve-Rep Ceca,
2012, 137’)
di
Nikolaj Arcel
Danimarca
1770. La vita sconsolata della regina Caroline Mathilda, sposata con il folle
Christian II, cambia improvvisamente quando il medico Johan Struensee viene
nominato consigliere di corte. Grazie alla sua influenza, l’uomo convince la
corona danese a varare una serie di rivoluzionare riforme progressiste: ma non
potendo resistere all’amore che lo lega alla regina subirà la vendetta delle
forze oscurantiste. Un elegante e avvincente dramma in costume che racconta
un’impossibile trama romantica e lo scontro drammatico tra le pulsioni del
cuore e della ragion di stato. Lontano dallo stile televisivo di una qualsiasi
fiction italiana, una lezione di stile e recitazione, grazie soprattutto al
fascino magnetico della star danese Mads Mikkelsen.
22
gennaio
Salvo
(Italia
2013, 104’)
di
Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
Salvo,
killer della mafia a Palermo, uccide un traditore davanti alla sorella Rita. La
ragazza è cieca dalla nascita, ma mentre Salvo sta per colpire anche lei,
qualcosa di inspiegabile fra loro succede. L’assassino e l’innocente instaurano
loro malgrado un legame impossibile da sciogliere, vivendo fino alla tragica
conclusione il loro amore impossibile. All’esordio nella regia, gli
sceneggiatori Grassadonia e Piazza conquistano la Semaine de la critique di
Cannes con un noir carico di simbologie religiose e citazioni al cinema di
Melville. Grazie alla fotografia di Daniele Ciprì – e alla partecipazione
straordinaria di Luigi Lo Cascio – il film è anche un ritratto non banale di
Palermo, città cupa e grottesca tra colori africani e suggestioni western.
29
gennaio
Stoker
(id., Usa-Gb 2013, 99’)
di
Park Chan-wook
Alla
morte del padre, India Stoker, adolescente solitaria e problematica, si ritrova
a vivere con l’odiata madre in una grande villa vittoriana. L’arrivo dello zio
Charlie, di cui non sapeva l’esistenza, risveglia nella ragazza sentimenti
sopiti e la coinvolge in una pericolosa relazione morbosa. All’esordio nel
cinema hollywoodiano, il coreano Park, regista del celebre Old Boy, sceglie un thriller gotico che rimanda in modo evidente ad
Hitchcock, a suggestioni, più che citazioni, da L’ombra del dubbio, L’altro
uomo, Frenzy e Psyco. E con uno stile magniloquente e
barocco riesce nell’intento di rappresentazione le pulsioni più oscure
dell’animo umano, dall’incesto al matricidio. Con la giovane star Mia
Wasikowska e una rinata Nicole Kidman.
5
febbraio
Foxfire - Ragazze cattive
(Foxfire, Francia 2012, 143’)
di Laurent Cantet
Nel 1953, in una small town dello Stato di New York, un
gruppo di studentesse stanche dei soprusi dei maschi e dei loro genitori formano
una banda, le Foxfire, e si rivoltano contro la società patriarcale dando prima
vita a una comune e poi, poco alla volta, a un gruppo criminale. Ma dal sogno
di libertà e condivisione nascerà la tragedia. A partire da un romanzo della
grande scrittrice americana Joyce Carol Oates, il regista francese Laurent
Cantet, reduce dalla Palma d’oro a Cannes per La classe, prosegue il suo racconto dell’adolescenza con il
ritratto a più voci di un gruppo di ragazze ribelli ante-litteram, che
anticipano le rivoluzioni degli anni ’60 e ridiscutono con la loro rabbia cieca
il ruolo della donna nella società occidentale.
Complimenti per la scelta del primo film e per la qualità del proiettore digitale. La stagione si prospetta molto interessante! Però una cosa... siamo alla seconda serata e già probabilmente non riuscirò a venire. Parlando tra amici tesserati ed ex tesserati siamo tutti d'accordo che la serata ideale per noi era il venerdì... anche perchè di questi tempi il Nucleo rimane una delle poche occasioni di uscita (non è che il venerdì ci serva libero per andare a folleggiare in qualche locale ;). Capiamo che tre serate siano troppe da sostenere, però perchè eliminare proprio il venerdì? Forse perchè la sala serve ad altri? Non so se l'argomento è già stato affrontato in questa sede o in altri luoghi, se è così mi scuso, ma altrimenti che ne dite di fare un sondaggio per sentire cosa ne pensa la gente (magari già in vista del prossimo Cineocchio, se no della prossima stagione Nucleo)? Grazie dell'ascolto, buon proseguimento!
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