Ed eccoci qui come ogni anno con la nuova stagione del Circolo del cinema Il Nucleo.
Attenzione: da quest'anno due sole proiezioni a settimana, il mercoledì e il giovedì.
Tessera: 25 € (per 16 film + 1) - Sala Ordet (Piazza Cristo re 1, Alba) - ore 20.45
CIRCOLO DEL CINEMA IL NUCLEO 2012-2013
Evento speciale: venerdì 28 settembre
Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani (Italia 2012)
Proiezione a cura dell’Associazione Gianfranco
«Alec» Alessandria
Ingresso gratuito anche per i non tesserati
3-4 ottobre
Paradiso amaro di Alexander Payne (Usa 2011)
10-11 ottobre
Il primo uomo di Gianni Amelio (Ita-Fra-Alg 2011)
17-18 ottobre
Diaz di
Daniele Vicari (Italia 2012)
24-25 ottobre
La guerra è dichiarata di Valérie Donzelli (Fra 2011)
31 ottobre-1 novembre
Young Adult di Jason Reitman (Usa
2011)
7-8 novembre
Un amore di gioventù di Mia Hansen-Løve (Fra 2011)
14-15 novembre
Sister
di Ursula Meier (Fra 2012)
21-22
novembre
Le idi di marzo di George Clooney (Usa 2011)
28-29
novembre
La faida di Joshua Marston (Usa 2011, 109’)
5-6 dicembre
Monsieur Lazhar di Philippe Falardeau (Canada 2011)
12-13 dicembre
Silent Souls di Aleksei Fedorchenko (Russia 2010)
19-20 dicembre
E ora dove andiamo? di Nadine Labaki (Fra-Lib 2011)
9-10
gennaio
La mia vita è uno zoo di Cameron Crowe (Usa 2011)
16-17 gennaio
Tutti i nostri desideri di Philippe Lloret (Fra 2011)
23-24 gennaio
A Simple Life di Ann Hui (Hong Kong 2011)
30 gennaio-1 febbraio
C’era una volta in Anatolia di Nuri Bilge Ceylan (Turchia 2011)
6-7 febbraio
50 e 50 di Jonathan Levine (Usa 2011)
Le tessere saranno in vendita presso:
Libreria La Torre, Piazza Elvio Pertinace 8/D, Alba
Libreria San Paolo, via Vittorio Emanuele 30/A, Alba
Videoteca Casablanca, via S. Teobaldo 5/A, Alba
Sala Ordet, Piazza Cristo Re 1, Alba (prima della proiezione)
Per scoprire le trame dei film presentati, clicca qui sotto
Per scoprire le trame dei film presentati, clicca qui sotto
Evento speciale: venerdì
28 settembre
Cesare deve morire
(Italia 2012, 76’)
di Paolo e Vittorio
Taviani
A sette anni dalla
scomparsa di Gianfranco Alessandria, per ricordarne come sempre la passione per
il cinema e al tempo stesso l’impegno come volontario nel carcere di Alba, sarà
proiettato uno dei film evento dell’anno: Cesare
deve morire, l’Orso d’oro di Berlino 2012 in cui i fratelli Taviani mettono
in scena il Giulio Cesare di
Shakespeare con un gruppo di detenuti del carcere di Rebibbia. Un limpido,
bellissimo esempio di cinema militante che guarda al teatro e alla vita.
3-4 ottobre
Paradiso amaro
(The Descendants, Usa 2011, 110’)
di Alexander Payne
L’esistenza dell’avvocato
Matt King, discendente di un’antica famiglia hawaiana e proprietario insieme ai
cugini delle ultime terre vergini dell’arcipelago, viene stravolta quando sua
moglie entra in coma dopo un incidente nautico. L’evento porterà alla luce il
tradimento della donna e Matt, marito e padre in realtà indifferente, deciderà
di andare alla ricerca del suo rivale con le due figlie, l’adolescente Alex e
la piccola Scottie. Già regista di A
proposito di Schimdt e Sideways,
Payne gira il suo film più maturo, una commedia dominata dalla presenza gentile
di George Clooney e dal suo tentativo di trovare un senso alla vita, nonostante
gli errori del passato e l’incertezza del futuro. Oscar per la Miglior
sceneggiatura non originale.
10-11 ottobre
Il primo uomo
(Le premiere
homme, Ita-Fra-Alg 2011, 98’)
di Gianni Amelio
Jacques Cormery,
alter-ego di Albert Camus, fa ritorno in Algeria alla fine degli anni ‘50 per
tenere una lezione universitaria. Sono i giorni che precedono lo scoppio della
guerra di liberazione e il paese vive momenti di grande tensione. Accusato di
simpatizzare per il Fronte di liberazione nazionale, Cormery si rifugia dalla
madre e ripensa alla propria vita: l’assenza del padre, l’infanzia povera, la
scuola, l’educazione rigida della nonna e quella libera del maestro elementare.
Amelio porta sullo schermo l’ultimo romanzo di Camus, incompiuto e pubblicato
postumo, e raffigura una storia universale, il ritratto di un uomo ideale che
si confronta con l’essenza della vita, dei ricordi e dei legami che uniscono
ciascuno di noi alla propria terra.
17-18 ottobre
Diaz
(Italia 2012, 120’)
di Daniele Vicari
Genova, luglio 2001.
Durante il G8, trecento poliziotti fanno irruzione nella scuola Diaz, dove
hanno trovato riparo giovani provenienti da tutto il mondo impegnati in una
protesta pacifica contro il summit. Tra di essi un giornalista bolognese, due
volontari innamorati, un’anarchica tedesca sconvolta dalla violenza degli
scontri, oltre a un pensionato e a un poliziotto che non condivide la ferocia
dei suoi colleghi, ma sa porle un freno. Vicari mette in scena uno dei punti
oscuri della Repubblica italiana con un film corale e ambizioso, militante
nelle intenzioni e pop nella messinscena, tra andirivieni temporali e lo stile
da reportage: ne emerge un film appassionato e ambiguo, che difficilmente
smetterà di far discutere e porre interrogativi.
24-25 ottobre
La guerra è dichiarata
(La guerre est déclarée, Fra 2011, 100’)
di Valérie Donzelli
Romeo e Juliette sono
belli, si amano, si divertono, vivono fino in fondo la loro storia e a un certo
punto decidono di avere un figlio. La loro vita è perfetta, ma la tragedia è lì
ad aspettarli: il piccolo Adam è infatti gravemente malato e per la coppia
comincia una “guerra” che durerà anni, che li porterà ad affrontare grandi
dolori, ma renderà indissolubile il loro legame. L’attrice e regista Valérie
Donzelli e il suo ex compagno, attore anche lui, Jérémie Elkaïm raccontano la
loro incredibile storia autobiografica e realizzano uno dei più sorprendenti
film della stagione: non un diario personale, ma un racconto esaltante tra la
commedia, la farsa e il dramma, pieno di colori, musica, urla, pianti, risate e
tanta, infinita voglia di vivere.
31 ottobre-1 novembre
Young Adult
(id., Usa 2011, 94’)
di Jason Reitman
Mavis Gary, quarantenne
single che lavora come ghost writer,
torna nella cittadina del Minnesota dove è cresciuta, decisa a riprendersi l’ex-fidanzato
del liceo oggi felicemente sposato. Il ritorno a casa si rivela però molto
complicato, poiché Mavis è ancora considerata la ragazza più bella della scuola
che snobba chiunque e lei stessa non sa uscire dal suo personaggio. Solo un
vecchio compagno di scuola un tempo ignorato saprà darle un po’ di conforto.
Dal regista di Juno e Tra le nuvole, una commedia nera su un
fallimento esistenziale che racconta la vita di provincia e le relazioni sociali
dal punto di vista di un personaggio negativo e altezzoso. Nasce così il
ritratto di un’eroina affascinante e scomoda, magnificamente interpretata da
Charlize Theron.
7-8 novembre
Un amore di gioventù
(Un amour de jeunesse, Fra 2011, 110’)
di Mia
Hansen-Løve
La quindicenne Camille e
il diciannovenne Sullivan sono innamorati, ma dopo un periodo felice passato
insieme, lui decide di partire per il Sudamerica e di non rispondere alle
lettere dell’amata. Disperata e incapace di accettare la fine dell’amore,
Camille tenta il suicidio ma si salva. Anni dopo, trovato un equilibrio
interiore, una passione per l’architettura e un nuovo compagno, Camille
incontra nuovamente Sullivan e i sentimenti a lungo sommersi non tardano a
riemergere. Tra ricordi della nouvelle vague, del cinema di Sautet, Techiné e
Assayas, la giovane e talentuosa Hansen-Løve racconta una storia d’amore
pura e tormentata, con una fanciulla in fiore che richiama memore proustiane e
celebra la delicata profondità del miglior cinema francese.
14-15 novembre
Sister
(L’enfant d’en haut, Fra 2012, 97’)
di Ursula Meier
In una stazione sciistica
sulle Alpi svizzere, Simon, un orfano di dodici anni, si mantiene derubando i
ricchi turisti del posto e vendendo la refurtiva ai coetanei. Con quello che guadagna
si prende cura anche della sorella maggiore, Louise, una giovane e affascinante
sbandata, perennemente disoccupata e con diversi amanti. Ma la relazione tra
Simon e Louise nasconde un segreto. La giovane regista Ursula Meier si ispira
al cinema secco e didascalico dei fratelli Dardenne per raccontare la storia
struggente di un’infanzia tradita, di un figlio di nessuno che osserva da
lontano la vita dei ricchi e prova a trarne vantaggio. E tra paesaggi gelidi e
interni squallidi, l’amore, anche se forzato, anche se impossibile, sembra l’unica
salvezza possibile.
21-22
novembre
Le idi di marzo
(The Ides of March, Usa 2011, 102’)
di
George Clooney
Stephen
Myers è uno stratega della comunicazione al servizio del governatore Mike
Morris, in corsa per le primarie del Partito Democratico e aspirante candidato
alla presidenza degli Stati Uniti. Idealista ma anche pragmatico e
spregiudicato, Stephen non è insensibile ai corteggiamenti dalla concorrenza, e
quando la scomparsa di una stagista del suo staff rischia di coinvolgere il
governatore, non esita a tirarsi fuori e a svelare l’intrico di interessi e
corruzione che segna la politica americana. Alla sua terza regia, George
Clooney, qui anche interprete, gira un pamphlet politico sulla fine dell’idealismo,
sorretto da un’ottima scrittura e da un cast di stelle come Ryan Gosling,
Philip Seymour Hoffman e Marisa Tomei.
28-29
novembre
La faida
(The Forgiveness of Blood, Usa 2011, 109’)
di
Joshua Marston
Nik
e Rudina, fratello e sorella che vivono in un paese dell’Albania, hanno
rispettivamente diciassette e quindici anni. Come tutti i ragazzi della loro
età hanno sogni e prospettive (la possibilità di aprire un bar lui, iscriversi
all’università per lei), ma un’accusa di omicidio rivolta al padre ne sconvolge
la vita. A causa infatti del Kanun, un codice di legge plurisecolare dei
Balcani, Nik e gli altri membri maschi della famiglia sono costretti agli
arresti domiciliari ed esposti al rischio di una vendetta autorizzata dalla
legge. L’americano Marston gira una storia di violenza tribale ed educazione
alla vita, che scava nei legami senza tempo di un mondo rurale e riflette l’immagine
distorta della società occidentale.
5-6 dicembre
Monsieur Lazhar
(id., Canada 2011)
di Philippe Falardeau
In seguito alla tragica
scomparsa della loro insegnante, gli alunni di una scuola elementare di
Montreal si ritrovano traumatizzati e senza una guida. Toccherà al cinquantenne
algerino Bachir Lazhar, vedovo e in attesa di ottenere lo status di rifugiato
politico, prendersi carico della classe e attraverso la sua esperienza provare
a instaurare un dialogo con i bambini, tra le difficoltà dell’insegnamento e la
drammaticità della situazione. Con uno stile sobrio ed efficace, capace di
rendere emozionante una storia a rischio di sentimentalismo, il canadese
Falardeau porta al cinema una pièce teatrale campione d’incassi in patria e
affronta due argomenti tabù della nostra società, la morte e l’infanzia, con
insolita precisione e verità.
12-13 dicembre
Silent Souls
(Ovsjanki, Russia 2010, 80’)
di Aleksei Fedorchenko
Alla morte della moglie,
Miron chiede all’amico Aist di accompagnarlo nel lungo viaggio che dovrà
compiere per celebrare il rito d’addio alla donna, secondo le tradizioni della
cultura dei Merja, un’antica etnia del Lago Nero, nel centro-ovest della
Russia, ormai estinta. Presentato a Venezia due anni fa e uscito nelle sale
italiana solamente nell’estate di quest’anno, Silent Souls è un film sospeso e profondo, un canto funebre magico
e meravigliosamente fotografato, che utilizza la formula classica del road
movie per imbastire una poetica elegia dell’amore e della morte dolce,
lasciando agli elementi naturali del paesaggio russo, i grandi specchi d’acqua
e i campi piatti a perdita d’occhio, il compito di accogliere l’umore dolce e
malinconico dei personaggi.
19-20 dicembre
E ora dove andiamo?
(Et maintenant, on va où?, Fra-Lib 2011, 110’)
di Nadine Labaki
In un villaggio della
campagna libanese le donne dominano una comunità in cui gran parte degli uomini
o sono partiti per la guerra e sono morti oppure sono inetti e rissosi. Divise
dalla religione ma unite dal desiderio di mantenere la pace, le donne sia
musulmane sia cristiane mettono in pratica ingegnosi e spassosi stratagemmi,
per tenere impegnata la controparte maschile e nascondere i segnali più
inquietanti di una guerra civile destinata a non finire. Tra il musical e la
commedia femminile, l’astro nascente Nadine Labaki, già autrice di Caramel e come sempre anche attrice
oltreché regista, gira una parabola divertente e colorata sulla follia degli
uomini e prova ad affrontare a cuor leggero gli argomenti più scottanti del
Medioriente.
9-10
gennaio
La mia vita è uno zoo
(We Bought a Zoo, Usa 2011, 124’)
di Cameron Crowe
Giornalista d’assalto, vedovo
e padre di un quattordicenne problematico e di una vivace bambina, Benjamin Mee
dà una svolta alla propria vita quando abbandona il lavoro e vende la sua casa
per comprare… uno zoo. Dismesso da tempo e popolato da numerose specie animali,
oltreché da un gruppo di appassionati impiegati, lo zoo si rivela di difficile
gestione per l’inesperto Benjamin: ma la sua forza di volontà e il desiderio di
offrire ai suoi figli un nuovo inizio porteranno al lieto fine. Ispirata a una
storia incredibile ma vera, una commedia in cui Cameron Crowe (già regista di Quasi famosi) sfrutta fino in fondo le
potenzialità del melodramma americano e racconta l’ennesima storia di riscatto
personale. Con Matt Damon e Scarlett Johansonn.
16-17 gennaio
Tutti i nostri desideri
(Toutes nos envies, Fra 2011,
120’)
di Philippe Lloret
Claire, giovane
magistrato del tribunale di Lione, incontra il giudice Stéphane e lo coinvolge
nella sua lotta contro le derive del credito al consumo. Sposata e con due
figli lei, divorziato e disincantato lui, i due colleghi instaurano un legame
che potrebbe sfociare in amore, ma lo sfortunato destino della ragazza renderà
ancora più urgenti e necessarie le loro battaglie. Dal regista di Welcome e dallo scrittore Emmanuel
Carrère, un melodramma contemporaneo tanto idealista quanto autentico, in cui i
risvolti tragici della trama per una volta non spingono alla lacrima, ma
comunicano una contagiosa energia vitale. Ottimista e battagliero, un film
tradizionale nella forma e militante nel contenuto, interpretato dalle star
francesi Vincent Lindon e Marie Gillain.
23-24 gennaio
A Simple Life
(id., Hong Kong 2011, 119’)
di Ann Hui
Ah Tao è stata per
sessant’anni al servizio della famiglia Leung. Con il tempo i componenti della
famiglia sono morti o sono emigrati e ora Ah Tao lavora per Roger, l’unico
Leung rimasto a Hong Kong. Legato alla donna da un affetto sincero, Roger
sceglie di restituire il favore di un’intera vita quando la donna si ammala ed
è costretta a trasferirsi in una casa di riposo. Tra un viaggio e l’altro del
suo lavoro, troverà sempre il tempo di far visita all’amata tata e di pagarne
le cure, portando avanti fino alla fine un rapporto fatto di amicizia, lealtà e
riconoscenza. Tratto da una storia vera, un piccolo, straordinario film d’amore
che racconta con la leggerezza della vita vera un legame tra i più commoventi
del cinema recente. Una storia di verità e bellezza.
30 gennaio-1 febbraio
C’era
una volta in Anatolia
(Bir Zamanlar Anadolu’da, Turchia 2011,
157’)
di
Nuri Bilge Ceylan
Un gruppo di poliziotti,
accompagnati da un magistrato e da un medico, conducono un uomo accusato di
omicidio sui luoghi dove si è consumato il reato: siamo nelle brulle steppe
dell’Anatolia, di notte, tra lampi e raffiche di vento, e il viaggio nel cuore
della Turchia più profonda diventa una sorta di Odissea per scoprire la verità
su un caso complicato e svelare la verità nell’animo dei viaggiatori. Ai
confini tra il cinema metafisico e il genere poliziesco, quasi fosse un Simenon
che dialoga Bergman e al tempo stesso è capace di improvvise impennate di
umorismo nero, un film potente e profondissimo che va dritto al cuore del
cinema e della sua capacità di svelare modi profondissimi dietro le immagini e
i volti dei personaggi. Gran premio della giuria a Cannes 2011.
6-7 febbraio
50 e 50
(50/50, Usa 2011, 99’)
di Jonathan Levine
Adam ha ventisette anni, una bella fidanzata e un buon lavoro alla radio. La sua vita viene però sconvolta dalla diagnosi di una rara forma tumorale e Adam si trova a far fronte alle contraddizioni generate dal suo stato e alle reazioni delle persone vicine: Kyle, il suo migliore amico, caciarone e fedele, usa la sua malattia per attirare le ragazze, sua madre si fa prendere dall’ansia, la fidanzata prova a far finta di niente e a mantenere una vita sociale attiva e Katherine, la psicoterapeuta, cerca di aiutarlo ad affrontare per quanto alle prime armi sembra capirlo da vicino. Nonostante il tema delicato, un commedia agrodolce, con irresistibili momenti comici, sulle infinite possibilità della vita e sull’inevitabile accettazione del destino.
Adam ha ventisette anni, una bella fidanzata e un buon lavoro alla radio. La sua vita viene però sconvolta dalla diagnosi di una rara forma tumorale e Adam si trova a far fronte alle contraddizioni generate dal suo stato e alle reazioni delle persone vicine: Kyle, il suo migliore amico, caciarone e fedele, usa la sua malattia per attirare le ragazze, sua madre si fa prendere dall’ansia, la fidanzata prova a far finta di niente e a mantenere una vita sociale attiva e Katherine, la psicoterapeuta, cerca di aiutarlo ad affrontare per quanto alle prime armi sembra capirlo da vicino. Nonostante il tema delicato, un commedia agrodolce, con irresistibili momenti comici, sulle infinite possibilità della vita e sull’inevitabile accettazione del destino.
Nessun commento:
Posta un commento