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Film della settimana - 7 dicembre

The Tree of Life di Terrence Malick


Sinossi
Da piccolo, Jack aveva una concezione idilliaca del mondo, conosciuto soprattutto attraverso gli occhi di sua madre, una donna che credeva nel rispetto e nell’amore verso il prossimo. Tuttavia, crescendo Jack si è trovato ad affrontare la dura realtà della vita, che di idilliaco ha ben poco, come gli ha invece sempre insegnato suo padre. Da adulto, Jack diventerà consapevole che ogni esperienza vissuta fa parte di un grande miracolo, prezioso e incomparabile, messo in atto per renderci parte di uno schema che si perpetua nel mondo da millenni...

Film dell’anno nel bene e nel male, capolavoro annunciato, per alcuni reale, per altri fittizio, The Tree of Life è un film complesso e magniloquente, un’esperienza cinematografica che per la sua bellezza visiva, per l’ambizione filosofica e per la sperimentazione narrativa, merita di essere rivisto e ripensato.

Per il suo regista, il grande Terrence Malick (cinque soli film in quarant’anni di carriera), è un compendio estremo dei suoi temi e della sua poetica. Partendo da un prologo di valenza mistico-metafisica (forse troppo lungo, forse troppo esplicito con la sua discesa nelle era dell’universo, fino alla creazione della vita e alla negazione della violenza da parte di un animale selvaggio), l’autore scende nel cuore di un singolo nucleo familiare per ricostruire su toccanti frammenti di memoria (dell’adulto Sean Penn, ragazzino negli anni ’50) un’infanzia dominata da due figure a contrasto: un padre dall’ego troppo rigido e una madre fonte di puro amore. Come si dice nella prima scena del film, lo scontro è tra la natura e la grazia: la prima è forte, violenta, irreprensibile, incontrollabile, la secondo non chiede nulla per sé, è comprensione e accettazione.

Resa fantasmatica dal velo della distanza, l’infanzia del protagonista e dei suoi fratelli, raccontata da Malick nel corpo centrale del film con alcuni momenti di cinema indimenticabile, assume un significato che riguarda l’umanità intera: da un lato mostra il percorso di continuità (anche crudele) della natura e della specie, dall’altro la presenza nella rigida realtà di una dimensione spirituale che supera le distanze del tempo e si collega con il divino.

The Tree of Life non è un’opera calibrata, bilanciata, precisa, ma forse nemmeno intende esserlo. È un film che regala l’emozione di penetrare nell’anima del mondo e per farlo utilizza un potenziale espressivo infinito. Dalla sua proiezione si esce frastornati: per la forza delle immagini, per la sacralità dei temi ma anche per la complessità e l’oscurità di troppi dettagli e scelte registiche.

Malick non è mai stato un regista facile e i suoi quattro precedenti film ci hanno insegnato che l’inquadratura di un fiore o di un filo d’erba può essere importante come un dialogo o una scena intera. Qui però la sua ambizione vola ancora più in alto, alla ricerca di quell’’opera-mondo capace di dire insieme la complessità e la semplicità della Vita e della Storia. Se da un lato Malick è un filosofo (ha insegnato questa materia per anni e ha tradotto Heidegger), dall’altro è soprattutto un cineasta, e in quanto tale cerca di mettere in immagini le sue ricerche filosofiche, senza preoccuparsi né della linearità narrativa né delle aspettative del pubblico. In questo senso, il modello principale per The Tree of Life è 2001: Odissea nello spazio, per il tentativo di rappresentare visivamente il rapporto tra l’uomo e il cosmo, la presenza della vita sulla terra e il suo legame misterioso con la trascendenza.

Il pregio del film è quello di innalzare al cielo un inno alla vita e alla grazia, facendo incontrare i protagonisti su una spiaggia-al di là in cui il cinema sembra testimone del miracolo della creazione, della morte e della rinascita. Con un andamento antinarrativo, quasi impressionista, affascinante proprio per la sua natura imperfetta e magmatica, il film racconta un paradiso perduto insieme all’innocenza dell’infanzia e mette a confronto due idee del mondo, una violenta l’altra comprensiva, in cui si racchiude l’essenza della vita.

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