Iscriviti gratuitamente alla newsletter del Nucleo e del Cineocchio mandando una mail a video@pomodoroeliquirizia.com
Verrai informato sui film in programma, sulle novità e sulle iniziative cinematografiche di Alba e territorio.
In qualsiasi momento sarà possibile rinunciare all'iscrizione con un semplice click.

Film della settimana - 13 aprile

American Life di Sam Mendes

Sinossi
Burt e Verona vanno verso i quaranta, sono sposati, un po' freak e aspettano il loro primo bambino. Siccome i genitori di lui, gli unici rimasti, se ne infischiano dell'arrivo del nipote, decidono di condividere la loro gioia con amici e parenti sparsi per l'America e il Canada. Partono così per un viaggio che li porterà dal Southwest al Connecticut, da Montreal alla Florida, durante il quale incontreranno altre coppie e si confronteranno con diversi modelli di vita e di famiglia.



Per un misterioso ritardo nella distribuzione italiana, American Life è uscito solamente lo scorso Natale, quando invece il suo autore Sam Mendes l’aveva girato e distribuito in patria già nella primavera del 2009, a ridosso del suo film precedente, il ben più noto e drammatico Revolutionary Road. Per un vizio invece conosciutissimo all’ancora colpevole distribuzione italiana, il film in origine intitolato Away We Go (letteralmente “ce ne andiamo lontano”) è diventato il ben più riconoscibile American Life, perché naturalmente si pensa subito ad American Beauty, il film più famoso di Mendes, e allora il gioco è fatto.

E invece no. Perché questa volta l’inglese americanizzato Mendes ha girato il suo film migliore proprio perché lontano dal moralismo verso il paese in cui ha scelto di lavorare e abbandonato a uno sguardo sulla vita per una volta speranzoso e divertito.

American Life è una commedia buffa e on the road, in cui tutti si presentano tutti i luoghi comuni umorali e stilstici del cinema indie: la leggerezza del tono, l’aspetto freak dei protagonisti, l’umorismo caustico e grottesco, la musica malinconica e i silenzi che valgono più delle parole. Va da sé, quindi, che può anche irritare chi non sopporta un modo di fare e intendere il cinema diventato in fretta una moda, ma al tempo stesso diverte e scorre via leggero, salvo poi tornare alla mente per alcune situazioni comiche decisamente riuscite (soprattutto nell’episodio della coppia new age anti-passeggino) e soprattutto per il ritratto non banale della resistenza di una coppia all’omologazione dell’intimità.

Road movie scanzonato su un tema universale (la paura di due genitori giovani e un po’ spiantati di fronte all’arrivo del loro primo figlio), American Life è un film speculare a Tra le nuvole di Jason Reitman, in cui l’impiegato George Clooney volava continuamente da una città all’altra degli Stati Uniti, che era un film up on the air (dal titolo originale, ovvero “su in aria”) tanto quanto questo è down in the ground (“giù in terra”), a bordo di macchine e treni, mai di aerei, e soprattutto dentro le mille anime di un paese e una cultura immensi.

I due protagonisti del film, i buffi e alternativi Burt e Verona, aria smarrita e icone perfette di questi precari, diversamente dal personaggio di Clooney si sporcano le mani con la convivialità e la condivisione, si immergono nella vita nelle relazioni a costo di restarne bruciati. Per questo sono simpatici. Sono anche un po’ freak e un po’ eredi della controcultura hippie, non più sballati ma spaventati e coraggiosi come sono oggi le persone normali che credono nella famiglia, senza per forza essere militanti di filosofie esotetiche o alla ricerca di modelli religioso o sociali da interpretare. Fanno tenerezza, creano partecipazione, non si sa quanto siano spontanei oppure costruiti, un po’ chic e indulgente, ma chiedono di essere capiti, non giudicati. E il film di essere vissuto, lasciato scorrere nella sua divertita semplicità.

Nessun commento:

Posta un commento