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Il film della settimana - 27 ottobre

Scontro di civiltà per un ascensore in Piazza Vittorio di Isotta Toso


Sinossi
In un condominio di Piazza Vittorio, a Roma, va in scena lo spettacolo della convivenza quotidiana tra etnie diverse. Sotto gli occhi malevoli della portinaia Benedetta, passano in rassegna una signora borghese che disprezza la domestica ecuadoriana, un docente universitario milanese, un avvocato ritiratosi dopo il suicidio del padre, un attempato bullo che vive di espedienti, un condomino modello col vizio della filantropia e una esule iraniana in cerca di asilo politico. Una misteriosa morte nell’ascensore costringerà i condomini a incrociare le loro vite e portare a galla tensioni latenti.

Guarda il trailer

Opera prima di una regista romana e piccolo film che prova a raccontare l’Italia di oggi con l’arma dell’ironia e dello sdegno civile, Scontro di civiltà per un ascensore in Piazza Vittorio è tratto da un romanzo di Amara Lakhous (editore e/o). Un film corale ambientato a Roma in quella piazza Vittorio, non lontana dalla Stazione Termini, che un tempo ospitava un mercato e oggi è diventata il rifugio e la nuova comunità di immigrati mediorientali e cinesi. Un luogo che pare sul punto di esplodere, non per le tensioni che vi serpeggiano (ché laddove c’è il commercio fiorente la coesistenza di genti è più facile), ma perché le regole del vivere nel nostro paese sembrano sovvertite, con le facce pallide degli italiani e le loro regole antiquate o non rispettate che sembrano fuori luogo, letteralmente (e non per stare dietro agli slogan della Lega) “stranieri a casa loro”.

L’idea del romanzo, fatta propria e sviluppa dalla regista Isotta Toso, è tutta qui: prendere un palazzo storico di Roma, simbolo di un’anima italiana gloriosa ma ormai incerta, e renderlo un coacervo di persone, nazionalità ed etnie per farne il simbolo dell’attuale società multietnica italiana. Una società ancora fragile, in via di definizione, indecisa tra il rifiuto e l’accettazione, la coesistenza forzata e il reciproco sfruttamento delle rispettive risorse.

Nel film tutti i personaggi vivono nel condominio un po’ cadente assoluto protagonista: iraniani, arabi, africani, algerini, romani, clandestini. Tutti litigano con tutti, e per qualsiasi motivo: per l’uso dell’ascensore, per il cane che abbaia sempre, per i nervi perché fa caldo, è estate, perché devono sempre andare ad aspettare e discutere al commissariato di polizia. Vivono male, ogni tanto qualcuno muore e allora gli altri sono costretti a fermarsi e a chiedersi, magari con fatica, le ragioni per le quali preferiscono lo scontro al dialogo, la lite al confronto.

Come nella migliore tradizione della commedia all’italiana, foriera di racconti corali sullo sfondo di una Roma popolana, il film è costruito come una parabola morale e sfida apertamente il pericolo dell’assunto pedante e didascalico, provando anzi a fare del paradosso e del luogo comune le possibili chiavi di lettura dell’Italia del Duemila. Non sempre Isotta Toso riesce nel suo intento, mette tutta la sua ideologia in tavola e forse esagera nelle dosi, ma il suo pamphlet ha il coraggio dell'impegno, fa qualche proclama di buon senso tra le macerie dei derelitti e il cast funziona bene nella contaminazione degli stili, soprattutto grazie a Serra Yilmaz (l’attrice prediletta di Ozpetek), Roberto Citran, Milena Vukotic, Isa Danieli, Ninetto Davoli.

Scontro di civiltà per un ascensore in Piazza Vittorio non sarà un esempio di quel cinema italiano che ci porterà fuori dalla crisi di idee e di sguardi che da sempre colpisce questo paese (come invece potrebbero esserlo i prossimi film del programma, Le quattro volte e La bocca del lupo), ma è una sana boccata d’ossigeno che fa pensare con il sorriso sulle labbra sulle grandi e cruciali questioni aperte della nostra società. Se non ci pensa la politica, dopotutto, ben venga il cinema.


Regia: Isotta Toso. Soggetto: dal romanzo omonimo di Amara Lakhous. Sceneggiatura: Maura Vespini, Isotta Toso, con la collaborazione di Andrea Cotti. Fotografia: Fabio Zamarion. Musica: Gabriele Coen, Mario Rivera. Montaggio: Patrizio Marone. Scenografia: Anna Forletta. Costumi: Eva Coen. Interpreti e personaggi: Kasia Smutniak (Giulia), Daniele Liotti (Marco Manfredini), Serra Yilmaz (Nurit), Ahmed Hafiene (Amedeo), Marco Rossetti (Lorenzo, il Gladiatore), Kesia Elwin (Maria Cristina), Isa Danieli (Benedetta), Milena Vukotic (Signora Fabiani), Luigi Diberti (Angelo Manfredini), Roberto Citran (Antonio Marini), Francesco Pannofino (Sandro Dandini), Ninetto Davoli (Riccardo), Fabio Traversa (Sostituto Bettarini), Paolo Calabresi (Commissario Bettarini), Manuela Morabito (Manuela), Vincenzo Crivello (Tano), Massimo De Santis (Leo), Lamine Labidi (Iqbal), Sara Labidi (Penelope), Gabriel Zagni ( Abdallah). Produzione: Maura Vespini, Sandro Silvestri per Emme e Rai Cinema. Distribuzione: Bolero Film. Origine: Italia 2009. Durata: 96’.

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