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Film della settimana - 1 febbraio

Venere nera di Abdellatif Kechiche



Sinossi
Londra, inizio del XIX secolo. Saartjie Baartman è una donna sudafricana appartenente al popolo dei Khosan che, a causa del fisico prominente e di particolari organi genitali, viene esposta nelle fiere come un fenomeno da baraccone. Trasferitasi a Parigi con il suo “padrone”, diventa prima il trastullo osceno della borghesia, poi l’oggetto di studio degli scienziati e infine una prostituta gravemente malata. Morta il 29 dicembre 1815, verrà conservata ed esposta come calco in gesso (con il cervello e i genitali in formaldeide) per quasi due secoli al Musée de l’Homme, prima di essere restituita al Sudafrica nel 2002.


Il film della settimana - 25 gennaio


Cirkus Columbia di Danis Tanovic


SinossiBosnia-Erzegovina, 1991. Il regime comunista è caduto e Divko Buntic, dopo aver passato vent’anni in esilio in Germania, torna nel piccolo paese natale per rivendicare la casa di famiglia. Il suo arrivo attira la curiosità dei compaesani, dal momento che l’uomo si presenta con una Mercedes fiammante, una fidanzata giovane e sexy e un pacco di marchi tedeschi. Soprattutto, Divko arriva per rovinare la vita alla moglie Lucija, con la quale non si parla da anni: con l’aiuto del cugino Ivanda, appena nominato sindaco, riesce a sfrattare dalla sua proprietà la donna e il figlio Martin, salvo poi cercare di riallacciare i rapporti. La nuova libertà dopo il regime di Tito porta euforia nel paese, ma la guerra civile è in agguato e nemmeno i soldi di Divko potranno fermarla.

Il Cineocchio 2012


Dal prossimo 15 febbraio 2012 comincerà la stagione del Circolo del cinema Il Cineocchio. Dodici film, programmati il mercoledì e il giovedì di ogni settimana presso la Sala Ordet di Alba, al costo di 20 € a tessera.

15-16 febbraio
Melancholia di Lars Von Trier (Dan-Fra 2011)

22-23 febbraio
Miracolo a Le Havre di Aki Kaurismaki (Fin-Fra-Ger 2011)

29 febbraio-1 marzo
L’amore che resta di Gus Van Sant (Usa 2011)

7-8 marzo
Io sono Li di Andrea Segre (Italia 2011)

21-22 marzo
A Dangerous Method di David Cronenberg (Gb-Ger-Can 2011)

14-15 marzo
Drive di Nicolas Winding Refn (Usa 2011)

28-29 marzo
Faust di Aleksandr Sokurov (Rus 2011)

4-5 aprile
Una separazione di Asghar Farhadi (Iran 2011)

11-12 aprile
Tomboy di Céline Sciamma (Francia 2011)

18-19 aprile
Le nevi del Kilimangiaro di Robert Guédiguian (Fra 2011)

25-26 aprile
This Must Be the Place di Paolo Sorrentino (Ita-Fra-Irl 2011)

2-3 maggio
Il sentiero di Jasmila Zbanic (Bos-Erz, Ger, 2010)

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CINEOCCHIO 2012 - LE TRAME DEI FILM IN PROGRAMMA

15 febbraio

Melancholia (id., Danimarca-Francia 2011, 130’) di Lars Von Trier.
Ricca, bella e depressa, Justine abbandona il marito durante la festa di matrimonio. Nei giorni che seguono, la sorella maggiore Claire cerca di sollevarle il morale, ma una strana congiuntura astrale minaccia l’esistenza della Terra e la paura contagia ogni altro sentimento. Dopo l’apologo sessista Antichrist, Von Trier inscena la fine del mondo in un film che oppone due idee di femminilità, la grazia e la natura, la forza e la fragilità, incarnate dalle bravissime Kirsten Dunst (premiata a Cannes per il ruolo di Justine) e Charlotte Gainsbourg. Elegante e misterioso, Melancholia chiude la riflessione del regista sull’umanità: la donna è il futuro dell’uomo, ma il futuro della Terra è il suo annichilimento. E poi, forse, la sua rinascita.

22 febbraio
Miracolo Le Havre (Le Havre, Fin-Fra-Ger 2011, 93’) di Aki Kaurismaki
Marcel Marx è un uomo semplice, lavora come lustrascarpe a Le Havre e vive con la moglie Arletty e il loro cane in un quartiere popolare. Quando incontra per caso un giovanissimo immigrato africano in fuga dalla polizia, lo accoglie, lo nasconde e lo aiuta ad attraversare la Manica, contando sul proprio inguaribile ottimismo, sulla solidarietà dei vicini e sul buon cuore di un ispettore. Ironico, divertente e giusto, il nuovo capolavoro di Aki Kaurismaki è una favola moderna sul senso del dovere e la moralità delle azioni umane. Un limpido esempio di cinema politico, che al di là dei toni nostalgici e surreali racconta un frammento di vita reale e offre una via di fuga al senso di colpa dell’Occidente di fronte al dramma della povertà e dell’immigrazione.

29 febbraio
L’amore che resta (Restless, Usa 2011, 95’) di Gus Van Sant
Durante una delle veglie funebre a cui partecipa quotidianamente, il giovane orfano Enoch incontra la coetanea Annabel, bellissima e solare nonostante sia affetta da un male incurabile. Tra i due ragazzi nasce un amore intenso e fragile, che insegna al solitario Enoch, il cui unico amico è il fantasma di un soldato giapponese, la preziosa bellezza della vita. Dopo Elephant e Paranoid Park, Van Sant torna a parlare di adolescenza e morte, con un melodramma surreale che affronta con levità temi difficili quali la malattia e la tristezza giovanile. E tra il look vintage di Henry Hopper, figlio del grande Dennis, e Mia Wasikowska (la Alice di Tim Burton), le canzoni perfette dei Beatles, di Nico e di Sufjan Stevens, gira uno dei suoi film più belli e sinceri.

7 marzo
Io sono Li (Ita-Fra 96’) di Andrea Segre
Shun Li lavora in un laboratorio tessile di Roma per ottenere i documenti e far arrivare in Italia il figlio di otto anni. Trasferitasi a Chioggia, piccola città della laguna veneta, prima trova lavoro come barista e poi incontra Bepi, pescatore di origini slave soprannominato dagli amici “il Poeta”. L’incontro tra i due è una fuga dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse: ma se da un lato unisce mondi lontani, dall’altro turba la quiete della cittadina. L’esordio nel cinema di finzione del documentarista Andrea Segre, oltre a essere uno dei film italiani più belli della stagione, è una commedia sull’accettazione del diverso e lo scontro di civiltà che senza proclami, con finezza e minimalismo, racconta l’Italia di oggi.

14 marzo 
Drive (id., Usa 2011, 100’) di Nicolas Winding Refn
Driver (Ryan Gosling) è uno stuntman automobilistico di Los Angeles che per arrotondare lavora come autista per azioni criminali. Solitario, silenzioso, precisissimo, mette a repentaglio la propria vita per aiutare la vicina Irene (Carey Mulligan), moglie di un carcerato e madre di un bambino: prima si fa coinvolgere in un colpo e poi comincia a saldare conti in sospeso. Il danese Refn va in America per girare un noir che strizza l’occhio al cinema metropolitano anni ’70, allo stile iperbolico di Scorsese e di Mann e all’azione di Hong Kong. Nasce così uno dei titoli più significativi della stagione, un concentrato perfetto di tensione e melodramma che rievoca la bellezza senza tempo della Hollywood classica e dei suoi impassibili eroi senza nome.

21 marzo
A Dangerous Method (id., Gb-Ger-Can 2011, 99’) di David Cronenberg
Primi del ’900, tra Zurigo e Vienna si consuma il rapporto professionale tra i padri della psicanalisi: lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung e il suo maestro Sigmund Freud. Attraverso il rapporto di entrambi con Sabina Spielrein, paziente e amante di Jung e collaboratrice di Freud, i due dottori approfondiranno lo studio della mente umana, tra l’ossessione per la carne, la tentazione del divino e l’incombere delle tragedie del XX secolo. A partire da un testo teatrale, Cronenberg gira un dramma da camera in costume, tanto classico quanto irrequieto, che va all’origine del suo interesse per la perversione e gli istinti violenti. Grande cast, con Michael Fassbender nei panni di Jung, Keira Knightley in quelli della Spielrein e un immenso Freud-Viggo Mortensen.

28 marzo
Faust (id., Russia 2011, 134’) di Aleksandr Sokurov
In un paese della Germania del XVIII secolo Faust è un medico instancabilmente mosso dalla sete di conoscenza e soprattutto dal desiderio di soddisfare i suoi bisogni di uomo: la fame, il piacere, la cupidigia. Quando incontra il diavolo, incarnato in un orrida figura di vecchio, troverà il modo di assecondare i suoi istinti. Dando forma visiva al poema omonimo di Goethe, Sokurov chiude la tetralogia sul potere (che comprende: Moloch, su Hitler; Taurus su Lenin; Il sole, sull’imperatore giapponese Hirohito) con uno dei film più sconvolgenti degli ultimi anni, un affresco allegorico in continuo movimento, tra echi pittorici, discese oniriche e bellezza straziante. Meritatissimo, per quanto complesso, Leone d’oro all’ultima Mostra di Venezia.

4 aprile
Una separazione (Jodaeiye Nader az Simin, Iran 2011, 123’) di Asghar Farhadi
Borghesi benestanti di Teheran, Simin e Nader stanno per divorziare: lei è in partenza per l’estero con la figlia, mentre lui si rifiuta di seguirla per restare con l’anziano padre. Il loro dramma da privato si trasforma in pubblico quando la governante denuncia Nader per aggressione. In un turbine di parole e diverse versioni dello stesso fatto, tra sedute in tribunale, discussioni e scontri con le autorità, il regista di About Elly offre un ritratto spietato del regime iraniano. Ma più che accusare, mostra la condizione esistenziale in un mondo senza libertà: uomini e donne agiscono, sbagliano, attaccano, si difendono, e ogni loro azione si disperde in un caos senza direzione, immagine perfetta della complessità delle relazioni umane e sociali. Orso d’oro a Berlino 2011.

11 aprile
Tomboy (id., Fra 2011, 82’) di Céline Sciamma
Laure, una ragazzina dall’aspetto mascolino, si è recentemente trasferita in un nuovo quartiere con i genitori e la sorellina. Turbata dal proprio aspetto fisico e dalla propria timidezza, si fa passare per un maschio con i suoi nuovi amici e si presenta come Mikael. Finalmente capace di stare in gruppo e di divertirsi, con il passare dell’estate diventa intima di Lisa, per quanto la relazione rischi di compromettere il suo segreto. La francese Celine Sciamma affronta con pudore il tema della diversità sessuale e dell’accettazione di sé, raccontando il romanzo di formazione di una ragazzina acerba e tenace: un omaggio alla bellezza interiore, contro la dittatura dell’aspetto fisico nella nostra società, in nome della dignità personale di ogni essere umano.

18 aprile
Le nevi del Kilimangiaro (Les neiges du Kilimandjaro, Francia 2011, 90’) di Robert Guédiguian
Licenziato dopo anni di servizio, il marsigliese Michel è nonostante tutto felice: accanto a sé ha la moglie Marie-Claire, i figli, i nipoti e gli amici più cari. Un giorno due uomini mascherati fanno irruzione nella sua casa e rubano tutto dopo averlo malmenato: il vero shock, però, arriverà quando Michel e la moglie scopriranno l’identità degli aggressori. Mai stanco di raccontare storie di povera gente, sempre attorniato dai collaboratori di sempre (Ariane Ascaride e Jean-Pierre Darroussin), Guédiguian racconta il purgatorio della classe operaia e l’inferno delle nuove generazioni, prive delle conquiste sociali del vecchio mondo distrutto dalla crisi. E come Kaurismaki in Miracolo a Le Havre affronta con una commedia militante i mali della società contemporanea.

25 aprile
This Must Be the Place (id., Ita-Fra-Irl 2011, 120’) di Paolo Sorrentino
Cheyenne, ricca e annoiata rockstar ritiratasi a Dublino, torna dopo anni nella sua New York per il funerale del padre. Leggendo i diari dell’uomo, decide di continuare la ricerca di un criminale nazista avviata dal genitore nei suoi ultimi anni di vita, provando così a riallacciare i rapporti con il suo passato. E tra la metropoli e il deserto americano, il mito del rock e il fantasma dell’Olocausto, ritroverà l’identità perduta. Al suo primo film fuori dall’Italia, a confronto con la cultura degli Stati Uniti e la sua iconografia, Sorrentino racconta ancora una volta la storia di un uomo solo e disconnesso dalla realtà, affidando a un maestoso e quasi irriconoscibile Sean Penn il ritratto di un re del pop appassito, ma ancora capace di vivere.

2 maggio
Il sentiero (Na putu, Bos-Erz-Ger 2010, 100’) di Jasmila Zbanic.
Sarajevo, oggi. Luna e Amar sono giovani, si amano e hanno un buon lavoro. Quando però lui viene licenziato a causa del suo problema con l’alcol, le cose peggiorano. Assunto come tecnico in una comunità musulmana distante da Sarajevo, Amar si fa sedurre dal radicalismo islamico, lasciando a Luna, rimasta a vivere in città, la sensazione di aver perso l’uomo che amava. Costretta a fare i conti con la propria vita, la donna sceglierà per la propria libertà e indipendenza. La regista del Segreto di Esma, Orso d’oro a Berlino nel 2006, torna a riflettere sulla società bosniaca emersa dalla guerra civile, affrontando con sensibilità femminile la questione del rapporto fra cultura e religione in una regione fondamentale per gli equilibri dell’Europa. 

Film della settimana - 18 gennaio

La donna che canta di Denis Villeneuve


Sinossi
Alla morte della madre Nawal, i gemelli Jeanne e Simon Marwan vengono convocati dal notaio Lebel per la lettura del testamento. Lebel, oltre a comunicare loro le ultime volontà di Nawal, consegna ai fratelli anche due lettere, una indirizzata a un padre che credevano morto e l’altra a un fratello di cui ignoravano l’esistenza. Dopo lo shock iniziale Jeanne e Simon partiranno alla volta del Medio Oriente per scoprire il passato della loro famiglia, di cui in realtà non sanno quasi nulla...

Film della settimana: 11 gennaio

Non lasciarmi di Mark Romanek


Sinossi
Inghilterra. Kathy, Tommy e Ruth sono cresciuti insieme nel collegio di Hailsham. Divenuti maggiorenni, i tre ragazzi sono costretti a lasciare l’idilliaco ambiente che li ha tenuti uniti e protetti dal resto del mondo. Consapevoli di quale sia la loro missione nella vita, una volta fuori, ognuno di loro si troverà costretto a fare i conti con il proprio destino e allo stesso tempo con la reale forza di sentimenti come amicizia, dolore, amore e gelosia.